Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  Abituarsi a vedere il Bene
Di solito, si è portati a lamentarsi perché oggi non esiste più il bene. I notiziari, da parte loro, contribuiscono ad evidenziare il male presente nell’uomo che si manifesta tante forme riportate dalla cronaca nera. Il Vangelo odierno, invece, ci sollecita a guardare più in profondità il mondo nel quale viviamo, invitandoci a scoprire il tanto bene e il bello che ancora c’è. Secondo Gesù i frutti del Bene seminato in ciascuno di noi ci sono, eccome, il problema è che questi non vengono raccolti, cioè non sono adeguatamente utilizzati. La mèsse, infatti, sono il buon frumento già maturo e pronto da mietere, ma mancano operai che lo facciano e così questo marcisce. L’invito è dunque chiaro: pregare affinché tutti, iniziando da noi stessi, ci accorgiamo del bene che, nonostante tutto, sempre cresce e ci impegniamo a metterlo in evidenza, cominciando a fare discorsi più positivi. In questo nostro fare la sensazione di essere come agnelli indifesi in mezzo a lupi rapaci sicuramente emergerà, tuttavia, la piena consapevolezza che il Signore è con noi deve continuamente spingerci a ricercare e compiere il bene, sempre e ovunque.




  Non di solo pane vive l’uomo
“Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore Dio – in cui manderò la fame nel paese; non fame di pane né sete di acqua, ma di ascoltare le parole del Signore». Allora andranno errando da un mare all’altro e vagheranno da settentrione a oriente, per cercare la parola del Signore, ma non la troveranno”. Come capita spesso, noi ci accorgiamo del valore di una cosa, una persona…quanto queste non ci sono più. Oggi ci viene detto di provare a immaginarsi di non avere più la possibilità di leggere la Bibbia. In quel caso, sentiremmo la fame e sete di nutrirci della Parola di Dio? Prima di rispondere proviamo a pensare come sarebbe la nostra vita se non avessimo masticato il Vangelo. Speriamo di sentire fame della Parola, ma che Essa non manchi mai.




  Di più
“In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”?”. Quasi sempre ci rivolgiamo a Dio per chiedere qualcosa di importante, quello di cui riteniamo di aver impellente bisogno. Lui invece va oltre, ho già in serbo per noi ben altro: non solo la vita, ma anche quella eterna. Non fissiamoci su questioni riduttive.




  Santi Pietro e Paolo
“Dio onnipotente ed eterno, Tu hai voluto unire in gioiosa fraternità i due santi apostoli: Pietro, che per primo confessò la fede nel Cristo, Paolo, che illuminò le profondità del mistero; il pescatore di Galilea, che costituì la prima comunità con i giusti di Israele, il maestro e dottore, che annunziò la salvezza a tutte le genti. Così, con diversi doni, hanno edificato l’unica Chiesa, e associati nella venerazione del popolo cristiano condividono la stessa corona di gloria”. Due personalità tanto differenti, due percorsi di vita totalmente diversi…ma entrambi pazzamente innamorati di Cristo. La loro intercessione riaccenda anche in noi il desiderio di lasciarci sedurre da Lui, così da vivere uniti alla fonte della vita e della gioia.




  Risoterapia
Tempo fa ho conosciuto personalmente un comico il quale sosteneva che per ridere non era necessario andare al gabinetto, cioè non bisogna per forza utilizzare parole volgari e argomenti scurrili. Grazie Bud Spencer per averci curato con una sana ed efficace risoterapia. Speriamo che qualcuno raccolga il tuo esempio.




  Ampliare gli orizzonti
“Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo»”. Ogni tanto è salutare chiedersi perché sono credente o perché non lo sono, oppure, perché lo ero e adesso lo sono meno. Ritenere che avere fede equivale ad entrare in una “campana di vetro” per essere protetti ed avere meno problemi nella vita, probabilmente significa ridurre Dio a un’assicurazione e la mia vita a un appiattimento. Gesù desidera che lo seguiamo perché ci riserva ben altro.




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