Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  Parole, fatti, sinceri tentativi
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Piccolo chiarimento, spero non banale, per porre dei distinguo indispensabili: C’è ci si rivolge al Signore con le parole, cioè prenuncia unicamente con la bocca invocazioni a Dio e questo, spero, non sia il nostro caso, giacché saremmo pappagalli; C’è chi è convinto di compiere con i fatti concreti la volontà di Dio e di questo si vanta, beh beato lui; C’è chi, oltre le parole, pur impegnandosi a compiere la volontà di Dio, mettendocela tutta si rende conto di non riuscire ad essere sempre coerente e a volte la Sua volontà si mescola con quella personale, ma sempre riprova e riprende: forse questo è l’uomo e la donna a cui si rivolge Gesù.




  Dio scrive dritto anche su righe storte
“Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: “Giovanni è il suo nome”. Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio”. Zaccaria, padre di Giovanni Battista del quale oggi festeggiamo la sua natività era rimasto muto perché non aveva creduto che Dio gli concedesse un figlio con la moglie Elisabetta. Non è stata una punizione, assolutamente, bensì un tempo di ulteriore crescita umana e spirituale così che, adesso che era il momento di parlare, parlasse in modo corretto. Ecco perché a color che ama, cioè a tutti, Dio permette certe cose che sembrano in prima istanza negativa, ma con il tempo si rivelano assai edificanti.




  Correlazioni atemporali
“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti”. È quella che viene chiamata “la regola d’oro” del Vangelo. Non dovrebbe risultare così complicato attuarla. Proviamo chiederci perché in teoria siamo tutti d’accordo sul principio, ma poi in pratica ci fermiamo alla prima parte, tralasciando la seconda. Varie possono essere le motivazioni e sicuramente anche valide, ma sta di fatto che senza la seconda parte non posso pretendere che si realizzi la prima. Iniziamo con piccoli passi, abituandoci a trattare i nostri familiari come vorremmo ci trattassero loro, aiutati dal pensiero rivolto verso i nostri genitori. E sì, perché la corrispondenza non avviene subito, bensì nel tempo.




  Dispendio di energie
“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”. È naturale che io veda meglio i difetti degli altri, piuttosto che i miei. Questo non è per nulla negativo, anzi dovrebbe risultare positivo: notando le mancanze altrui io dovrei verificare seriamente e scrupolosamente se anche io commetto quel tipo di sbaglio, in modo da avere la possibilità di correggermi. Invece, no! Perdo tempo ed energie a ingigantire sfalsando gli errori del fratello e così io non migliorerò mai.




  Occuparsi, non Pre-occuparsi
"Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso". A ciascun giorno basta la sua pena. Gesù non ha mai insegnato a vivere alla leggera, di godersi la vita finché si è in tempo perché non si può mai sapere fino quando si vive. Sarebbe irresponsabilità, oltre a non dare valore a quanto si costruisce con fatica ogni giorno. Del domani, in particolare chi ha famiglia, bisogna assolutamente Occuparsi e pensare al futuro, ma non Pre – occuparsi, altrimenti si vive male e non si gusta il presente, ma soprattutto per il credente, è un atto che mostra il voler mettersi al posto di Dio, l’Unico che dispone della vita.




  Cambiare occhiali, se servisse
“La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!». Affermare che ognuno ha un proprio gusto nel vestire o nel mangiare, un colore preferito, un hobby personale…, non significa immediatamente affermare che tutto è relativo, giacché ciascuno ha una specifica personalità. Tuttavia, contemporaneamente, ognuno si modella giorno per giorno. Così anche per l’occhio di cui ci parla il Vangelo oggi. Se lo abituo a vedere solo nero anche quando mi trovo dinnanzi a un arcobaleno, se lo alleno a guardare con sospetto e criticità gli altri, non scoprirò mai la bellezza che c’è nel creato. E, soprattutto, neanche quella che c’è in me.




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