Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  Ingegnarsi
“In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là”. Zaccheo desidera vedere Gesù, ha deciso di andare a cercare un qualcosa, Qualcuno che non conosceva, però trova alcuni ostacoli: esterni come la folla che gli si mette dinnanzi ed interni come la sua statura. Egli non desiste, non si scoraggia e trova la soluzione: sale su un albero e questo gli permette di arrivare al suo obbiettivo. Come reagiamo davanti a difficoltà, ostacoli quotidiani?




  Madre o madrigna?
“I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia. Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio”. Potrebbe sembrare fuori luogo o addirittura irrispettosa la Parola di oggi, almeno per noi italiani. Eppure, senza essere polemici e soprattutto in piena solidarietà con gli abitanti di tutte le zone sismiche, un esame di coscienza sul nostro rispetto del creato va fatto. Non possiamo limitarci a prendicela con la ‘Madre Terra’ e neppure ignorare i segnali che essa ci vuol riferire.




  Sforzarsi
“In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno»”. Il Signore ci invita a porre attenzione tra il cercare di raggiungere un obiettivo e, invece, sforzarci di arrivare allo stesso. C’è notevole differenza. In ogni attività, così anche in quelle spirituali, dobbiamo mettere il massimo di noi stessi per avere risultati. E non è questione di sforzi inutili, perché essi risultano vani proprio quando mi accontento di impegnarmi poco.




  Piccole attenzioni
Piccole attenzioni “In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata»”. In teoria, a parole affermiamo sempre che i piccoli gesti, le piccole attenzioni…sono quelle che contano, ma poi in pratica non ci accontentiamo e ci aspettiamo chissà quali grandi attenzioni dagli altri. Ricordiamo che è la somma delle piccole attenzioni costanti che conta di più che una sola attenzione grande e isolata.




  Stesse cose svolte in modo diverso
Stesse cose svolte in modo diverso “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé:. O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini… Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato”. Possiamo fare tutti le stesse cose, ma con risultati diversi. Tutti e due pregano, ma il fariseo rimane chiuso in se stesso autolodandosi e denigrando gli altri perché lui è più bravo; il pubblicano invece si confronta con gli altri, si apre al Tu ottenendo così quello che chiede nella preghiera. Verifichiamo se tutto quello che facciamo possiamo farlo meglio, altrimenti è inutile lamentarsi dei risultati negativi.




  Chiedo Venia
Chiedo umilmente venia. Prima a singhiozzo, poi interrotto del tutto il nostro appuntamento con Assaggi di Vangelo. Le scuse non servono, spiegare le motivazioni spero di sì. Mi trovo già da settimane nel sud del Libano, al confine con Israele per assistere spiritualmente il contingente italiano impiegato nella missione UNIFIL per conto dello ONU. Piano piano vi spigherò, a coloro che interessa e per quanto possa riferire, di cosa si tratta e come mi trovo, visto che la previsione è che rimanga per mesi. Vi assicuro già che è una vera missione di Pace. Era solo per farmi vivo, per comunicarvi la ripresa delle riflessioni, compatibilmente con situazione qui, e per garantirvi che siete sempre stati nei miei pensieri e preghiere, come lo siete ora, anche se da lontano. Con tantissimo affetto ed amicizia, don Pierluigi.




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