Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  Dare e Ricevere.
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento”. Proviamo, non mentalmente bensì proprio materialmente, a prendere un foglietto e dividerlo in due parti, destra e sinistra. Senza pensarci troppo, da un lato scriviamo quanto abbiamo ricevuto fino ad ora, senza definire da chi, e dall’altro tutto ciò che abbiamo dato. Quale il risultato, se fatto con onestà intellettuale? Dobbiamo uscire dal vortice del tutto è dovuto che oggi impera, ma chi l’ha detto? Piuttosto, il contrario: tutto è donato, cominciando dalle cose più elementari. Allora cominciamo a scrivere sulla sabbia quello che doniamo e sulla roccia quello che riceviamo, saremo sicuramente più sereni.




  Delirio di onnipotenza
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento”. In ogni settore, statale-civile-sportivo-ricreativo-fianziario-giuridico-culinario-sanitario-…, quello che arriva si dichiara sempre il più bravo, migliore rispetto a tutti quelli che lo hanno preceduto nel suo incarico, nella sua mansione attuale. Dunque, bisogna distruggere tutto quanto fatto in precedenza e partire da zero. In pratica, adesso è arrivato il vero salvatore, per fortuna. Mah, Gesù non ragiona e no agisce così: Lui, il Salvatore autentico, non distrugge nulla del precedente, bensì lo porta a compimento. Che lezione!!! Perché non metterla in pratica.




  Dare sapore alla propria vita e a quella altrui
“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente”. Quando un oggetto perde la sua funzione per cui è stato costruito e non si può più riparare, lo si butta. Ma se questo è un elemento della natura, come appunto il sale con la sua funzione di insaporire i cibi e di conservarli, la questione si aggrava ulteriormente. Figuriamoci, proseguendo in una escalation, riguardo a una persona. Gesù non dice “siate”, ma “siete” il sale della terra, perciò ci considera capaci di dare sapore alla nostra vita e a quella altrui. Non farlo, perlomeno provandoci, perdiamo la nostra identità.




  Sclerotizzato
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”. Vedere con il cuore è sinonimo di un becero sentimentalismo che per tanti denota debolezza e fragilità del carattere, oppure veramente e la condizione necessaria per percepire certe cose? La risposta non è semplice, non è per nulla immediata. Sicuramente il cuore è indispensabile affinché si crei e si mantenga una relazione d’Amore, con Dio e con gli uomini, ma se questo cuore è appesantito, è torbido non è più sufficiente, anzi, diventa dannoso. Veramente per vedere ciò che la mente non percepisce, per provare quello che l’intelligenza non raggiunge, il mio cuore deve essere puro, limpido e trasparente. Se il nostro cuore è sclerotizzato a causa di eventi passati, risaniamolo.




  C’è dare e Dare
“Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere»”. Dare del superfluo o dare dell’essenziale per sopravvivere è un criterio che vale ancora oggi e che può essere applicato in tante situazioni: tempo dedicato a Dio, ai figli, agli amici, al volontariato, alla preghiera, alla visita ad un malato, all’ascolto di chi è solo, a una telefonata, a un email, a un sms… Uno, anche se pare tanto non vale niente, l’altro, sebbene sembri nulla, vale invece immensamente. E, anche se non lo dicono, gli altri lo percepiscono.




  Pùngoli
“In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva…E la folla numerosa lo ascoltava volentieri”. Chi “ascolto” io? Chi è capace di suscitare dentro di ancora tanto interesse che non smetterei di stare ad ascoltarlo? Chi ascolto oggi, rispetto ieri, gli stessi o i miei interessi si sono mutati? E, eventualmente fosse così, perché? Ma, essendo più critico con me stesso, ho mai ascoltato qualcuno facendone ricchezza? Con il passare degli anni dovrei riconoscere, soprattutto sulla scorta degli errori fatti, che l’esperienza altrui potrebbe giovarmi. Ma poi c’è il “volentieri” e questi sì che si può applicare veramente a un ampissimo ventaglio di situazioni: Cosa faccio volentieri nella mia giornata, c’è rimasto ancora qualcosa, oppure vivo di rendita tirando a campare? Il piacere e il gusto di compiere certe attività c’è ancora? L’entusiasmo che mi ha portato a fare scelte anche temerarie, ma che mi hanno permesso di raggiungere certi obbiettivi è sparito?....Sono solo stimoli.




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