Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  Gridare verso Dio
“In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio»”. Tiro e Sidone sono due città notoriamente ritenute pagane nell’Antico Testamento, per questo Gesù di dirige verso quella zona, per annunciare a tutti la Salvezza. Subito una donna di quei luoghi gli rivolge una richiesta di guarigione in un modo che l’evangelista vuole sottolineare, gridando. Perché? Per farsi sentire, per sfogarsi, per disperazione…Sta di fatto che verrà, non solo esaudita, ma pure lodata per la sua fede. Che anche noi dobbiamo gridare di più con Dio, nel senso che in quei momenti mettiamo totalmente noi stessi?




  Qualcuno prega per noi
“Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo”. Forte questa imposizione che Gesù comanda ai suoi discepoli: “li costrinse a salire sulla barca”. Sembra proprio lo abbia imposto contro la loro volontà. Lui ha da fare, ha un impegno: andare in disparte in luogo solitario a pregare per loro. Pensiamo anche noi a quando abbiamo questa sensazione di essere abbandonati da Dio, di essere lasciati al nostro destino: molto probabilmente, invece, chi sta seguendo e proteggendo pregando per tutti.




  Si fa presto a dare/ricevere consigli
“Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare»”. Al di là del miracolo della divisione dei pani e dei pesci, stupisce come i discepoli suggeriscano a Gesù di “congedare” la gente che lo seguiva, formula delicata ma evidentemente un eufemismo. In pratica, diventano dei consiglieri per evitare un problema, un impegno, quello di cercare da mangiare per tutti, che è dei discepoli più che del Maestro. Verifichiamo se diamo suggeriamo consigli veramente per il bene altrui e se quelli che riceviamo sono davvero disinteressati.




  Pause di riflessione
“Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre”. Quando si dà la parola bisogna sempre mantenerla ed Erode in questo è coerente. Tuttavia non è sufficiente questa virtù, poiché bisogna, a monte, pensarci bene prima di fare qualche promessa. Sull’onda dell’entusiasmo, del volersi farsi notare ed essere brillante, magari davanti ad una donna come nel vangelo di oggi, si potrebbero prendere impegni di cui poi ci si pente. Prendiamo l’abitudine, quando servisse, di riservarci anche del tempo prima di assumere impegni. Non è mancanza di rispetto, tutt’altro, è il contrario.




  Apprezzare quelli di casa
“Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi”. Solitamente si richiama questo detto per compiangersi, per giustificare l’incomprensione che si trova proprio tra quelli che ti conoscono. Proviamo, invece, ad applicarla prima a loro, cercando di valorizzare al massimo tutti quelli che oggi frequentiamo, ad apprezzare le loro capacità e doti piuttosto che i loro difetti e mancanze. Scopriremo che vicino ci sono persone molto valide e, soprattutto, che, a loro modo, ci amano e ci vogliono bene.




  Il passato serve per il presente
“Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche»”. Ognuno di noi ha un suo vissuto, una sua storia, ha alle spalle una famiglia entro la quale è cresciuto e tutto non può essere di punto in bianco cancellato, semplicemente perché ha fatto nuove conoscenza, ha cambiato lavoro o paese. La saggezza è fare ricchezza delle esperienze passate, di qualsiasi genere siano, e utilizzarle per affrontare quelle nuove. Questo va tenuto presente anche nei confronti degli altri: rammentare sempre che hanno avuto un passato e non posso pretendere che lo cancellino (vedi rapporti sentimentali).




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