Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  Le parole sono un perfetto termometro
“Ma bada a te e guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli”. È vero che oggi si attribuisce molta importanza a ciò che uno non dice a parole, tuttavia, per l’uomo, la parola rimane ancora la via più diretta per esprimere ciò che vive dentro nel suo intimo. Perciò, se nutro la mia intimità di un “cibo” sano le mie parole, quelle che desidero giungano al cuore degli altri, saranno di un certo spessore; se dimenticano i salutari insegnamenti ricevuti mi nutro di “spazzatura, i miei discorsi saranno di altro genere.




  Sentirsi ascoltati e protetti
“Io t’invoco, mio Dio: dammi risposta; rivolgi a me l’orecchio e ascolta la mia preghiera. Custodiscimi, o Signore, come la pupilla degli occhi, proteggimi all’ombra delle tue ali”. Per quanto una persona sia forte, si sia fatta i “calli” soprattutto dalle esperienze negative e si riprometta di non fidarsi, con-fidarsi più con nessuno, il bisogno di parlare con qualcuno inesorabilmente riemerge e pensare di soffocarlo non serve. Piuttosto valutiamo bene con chi aprici, valutando bene chi ci ascolta veramente e ci accoglie come siamo sotto la Sua Protezione.




  C’è e non c’è
“L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente. Come la cerva anèla ai corsi d’acqua, così l’anima mia anèla a te, o Dio”. Un giorno che c’è, non c’è sempre, che deve esserci ma potrebbe non esserci: il 29 febbraio. Al di là delle ragionevoli motivazione che portano ad aggiungere un giorno al calendario ogni quattro anni (anno solare deve coincidere con anno civile), a livello personale che riflessioni ci suscita? Come valuto un giorno, come lo valorizzo, quanto “pesa” nell’arco della mia vita. È indifferente che viva un giorno in più io, i miei cari, il mondo intero, o un giorno conta anche per me non soltanto per l’astronomia. E quante altre…per ora io cerco di fare come la cerva del Salmo: andare a dissetarmi da Colui che l’Origine di tutti i giorni.




  Priorità
A volte, nel compiere le nostre scelte, utilizziamo dei criteri che non sono così efficaci, pensiamo siano validi, ma in realtà ci portano a posizionare le priorità della nostra vita in ordine sbagliato. Un esempio concreto è quando noi decidiamo di rimandare a domani certe attività e diamo spazio ad altre. Il Tempo di quaresima è quello più propizio per verificare se i nostri criteri di valutazione sono corretti, oppure devono essere migliorati. Il Vangelo odierno, anzitutto, ci mette davanti a una realtà: non possiamo rimandare all’infinito la decisione di impegnarci a vivere pienamente da cristiani, il tempo della nostra vita terrena ha una scadenza (il fico verrà tagliato) ed è all’interno di questa vita che dobbiamo convertirci a Dio, dopo sarà troppo tardi. I due riferimenti storici (sangue di Pilato e torre di Siloe) ci illuminano sul perché siamo così riluttanti alla conversione: riteniamo che gli altri, coloro che sono colpevoli, che hanno commesso qualcosa abbiano bisogno di conversione, non noi. Questo è dunque il vero cambiamento che ci viene richiesto: smettere di ritenerci i soli ed unici giusti e cominciare a riconoscere i nostri errori, i nostri peccati. Subito le nostre priorità saranno diverse.




  Il passato è passato, adesso, avanti
“Quale dio è come te, che toglie l’iniquità e perdona il peccato al resto della sua eredità? Egli non serba per sempre la sua ira, ma si compiace di manifestare il suo amore. Egli tornerà ad avere pietà di noi, calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati”. Guardare al passato per riconoscere gli sbagli, i peccati, ma per imparare e impegnarci a non commetterli più, non per rimanere condizionati e schiavi dagli errori! Dio ci tratta così, facciamolo anche noi nei confronti di noi stessi e degli altri.




  Ascoltare o non ascoltare: ecco il dilemma
“In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante…All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!”. Spesso i tappi non vengono utilizzati solamente per le bottiglie, ma anche per da mettere alle orecchie e, a volte, sono più che necessari. Ma quando si tratta di ascoltare la Parola di Dio e quelle (poche) persone che ci vogliono veramente bene, ricordiamoci di toglierli.




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