Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  Quello che c’è, piuttosto di ciò che non c’è
“Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo”. Probabilmente qualche volta è capitato anche a noi come al re Erode: desiderare di incontrare qualcuno di cui si ha sentito parlare, o di raggiungere un obiettivo, ma per vari motivi non essere riusciti. Così resta la corrosiva delusione che alimenta invidia verso coloro che invece hanno potuto incontrare quel tale o realizzare il proprio sogno. Non pensiamo a chi non abbiamo incontrato e cosa non abbiamo realizzato, ma valorizziamo e ampliamo ciò che si è fatto e coloro che incontriamo quotidianamente.




  Andarsene per poi ritornare
“Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro”. Stando ben attenti che non diventi una malsana abitudine, tuttavia, dopo aver fatto un serio ed approfondito esame di coscienza circa la mia disponibilità verso gli altri, a volte non è opportuno insistere poiché si potrebbe avere un esito ancora peggiore dell’attuale. Piuttosto è meglio andarsene, come Gesù ha detto di fare ai discepoli, e riagganciare i rapporti (il discorso) in un secondo momento, quando da entrambe le parti le tensioni si sono un po’ allentate.




  Fratelli e sorelle nell’ascolto
“Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica»”. Molte volte ci perdiamo in sterili e inutili disquisizioni per cercare di stabilire se Gesù aveva dei fratelli e tanti lo usano come “cavallo di battaglia” per attaccare la Chiesa. Forse non è così importante, giacché si scade in mera curiosità. Comunque qui viene specificato bene, per coloro che vogliono intendere: fratelli sono quelli che ascoltano la Parola e la mettono in pratica, non necessariamente chi ha lo stesso sangue.




  Sani e malati
“Udito questo, disse: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Nella descrizione della vocazione di dell’evangelista Matteo, viene evidenziata l’attenzione che Dio ha per i malati, piuttosto che per sani. Senza alcuna minima presunzione e nella consapevolezza che ognuno è sano e malato insieme, sia fisicamente che moralmente, forse quando ci lamentiamo che il Signore non ci cura tanto di noi è perché c’è qualcuno più bisognoso e forse, non siamo messi così male.




  Animali possono diventare Scuola di accoglienza
Senza assolutizzare, beninteso, ma esistono degli studi e persino dei simpatici test per valutare se tu sei una persona veramente predisposta e pronta ad accogliere un animale, qualsiasi esso sia. Nel Vangelo di ieri Gesù prende un bambino e lo abbraccia, dimostrando con i fatti come si deve accogliere l’altro per come è, non per manipolarlo. Ecco, accogliere gli animali è un ottimo esercizio per accoglierci tra noi. Separare i due tipi di accoglienza è solo demagogia. P.S. Si apprezzano commenti e chiedo cortesemente di invitare anche persone che amano gli animali, giacché si continuerà sul rapporto Animali nel Vangelo. Anche questa è evangelizzazione. Grazie, don Pierluigi.




  Lui è dietro l’angolo
“Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati”. Crederci, o non crederci? È una leggenda metropolitana, oppure è vero? Tutto vero: è nella giornata che decidi di restare calmo che sei più soggetto ad arrabbiarti; è quando fai il proposito di dedicare tempo a Dio e al prossimo che ti capitano gli imprevisti più inimmaginabili; è nel momento che vuoi dimenticare le offese ricevute che…Sì, sì è il Nemico che vuole deviarci dalla buone strada. Non lasciamoci corrompere.




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