Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  Sempre Lui tende la mano per primo
“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”. È un pericolo sempre presente nel credente, quello di ritenere che il merito di essere fedele sia tutto suo. Invece, non va mai dimenticato che è sempre Dio che suscita dentro di noi il desiderio di avvicinarsi a Lui, è sempre Dio che infonde dentro il nostro cuore quella sete di Amore che si può colmare unicamente abbeverandoci da Lui. È Dio Padre che ci ha scelti per essere e rimanere suoi figli e figlie. Ringraziamolo infinitamente, pensando semplicemente a come saremmo adesso e in tante situazioni se non fossimo Suoi.




  Anche per la Comprensione ha le sue unità di misura
“In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”. Come è totalmente sbagliato ritenere che il credente debba sempre accettare ciecamente tutto quello che gli capita, è altrettanto erroneo pensare che dovremmo sempre capire totalmente quanto ci succede. Se alcune volte non riusciamo a capire perché ci capitano certe situazioni, non è perché abbiamo poca fede o perché Dio gode a tenerci al nascosto di qualcosa ma, come dice il Vangelo odierno, è in quanto “per il momento non siete capaci di portarne il peso”, al momento giusto ci illuminerà.




  Assenza come maggior Presenza
“Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi”. È sempre ostico questo discorso, soprattutto quando inevitabilmente si realizza: i discepoli si erano ormai affezionati a Gesù, lo amano veramente, è il vero e profondo motivo del loro vivere, e adesso Egli parte, se ne va. Così è sicuramente già capitato anche a noi, con affetti che ci hanno lascito, magari proprio quando meno ce lo aspettavamo. Il Signore ci invita ad interpretare queste situazioni con positività: “Se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito”. Invochiamo lo Spirito affinché riusciamo a cogliere l’Assenza come miglioria per la vita di entrambi.




  L'Avvocato Difensore
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me”. Inizia già un tempo che ci prepara alla solennità della Pentecoste quando ci verrà donato lo Spirito Santo, dopo che Gesù risorto sarà asceso al cielo. Ci viene subito presentato come il Paràclito, cioè l’Avvocato Difensore, colui che viene a rendere testimonianza. Quante volte, comportandoci da credenti, ci si sente degli imputati, solamente perché qualcuno ha parlato contro di te, ha diffuso false notizie, ha fatto circolare dubbi sulla tua reputazione…. e tutto semplicemente perché hai cercato di stare dalla parte del più debole e indifeso. Parliamone con il Nostro Ad-vocato che ci conosce nel profondo, non tarderà a prendere le nostre difese.




  Il bello dell’essere odiati
“In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia”. Per l’evangelista Giovanni il “mondo” impersonifica il rifiuto di Dio, la necessità di un Salvatore, poiché si crede autosufficiente e autoreferenziale. Per questo che odia (verbo pesantissimo, eppure utilizzato da Gesù dal momento che esprime la verità) il credente che si affida in tutto e per tutto a Dio. Dunque, quando siamo derisi, beffeggiati e odiati dal mondo perché ci mostriamo e siamo realmente credenti, vediamo di essere contenti, giacché siamo sulla strada giusta, quella che dal mondo porta al cielo.




  Amore deve essere continuamente alimentato
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. Giustamente verrebbe da obiettare: Come è possibile che si possa comandare di amare? Esso è, e deve rimanere, spontaneo, non può essere imposto altrimenti non è tale. Verissimo, guai se non fosse così! Però quando si sta vivendo una relazione profonda e seria con una Persona, come nel contesto del Vangelo odierno dove che Gesù ha lavato i piedi ai discepoli e li chiama amici, o si ama o il rapporto inevitabilmente si spezza. Ecco perché è un comandamento: nel senso che “devi” continuare ad amare coloro (Colui) con i quali hai intavolato una relazione, altrimenti li (Lo) perdi.




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