Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  Gesti “folli”
“Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo”. A volte si compiono dei gesti che appaiono dettati dall’istinto e agli occhi di chi li vede sembrano “folli”, senza senso. Eppure, tu sei certo che sono da fare e con coraggio li compi, perché senti che chi hai dinnanzi conta, conta tanto per te.




  Domenica delle Palme
“Preghiamo. Accresci, o Dio, la fede di chi spera in te, e concedi a noi tuoi fedeli, che rechiamo questi rami in onore di Cristo trionfante, di rimanere uniti a lui, per portare frutti di opere buone. Per Cristo nostro Signore”. Il gesto di benedire gli ulivi e portarli a casa sia espressione della nostra fede, impegno di essere portatori di pace ovunque e di vivere con partecipazione forte la settimana santa.




  Immagine di San Giuseppe dormiente che il papa ha nella sua camera a Santa Marta.
“Vorrei anche dirvi una cosa molto personale. Io amo molto san Giuseppe, perché è un uomo forte e silenzioso. Sul mio tavolo ho un’immagine di san Giuseppe che dorme. E mentre dorme si prende cura della Chiesa! Sì! Può farlo, lo sappiamo. E quando ho un problema, una difficoltà, io scrivo un foglietto e lo metto sotto san Giuseppe, perché lo sogni! Questo gesto significa: prega per questo problema! (Papa Francesco). Oggi mettiamo anche noi il nostro bigliettino, pieno di difficoltà, sotto S. Giuseppe.




  Accontentarsi non sempre è positivo
“Abbi pietà di me, Signore, perché sono in angustia; strappami dalla mano dei miei nemici e salvami dai miei persecutori: Signore, che io non resti confuso”. Siccome siamo quasi sempre presi da impegni, da faccende da assolvere, da compiti da fare, da imprevisti da affrontare… tendiamo ad evitare chi ci potrebbe chiedere dei favori e degli impegni di volontariato. Così facendo piano, piano senza accorgercene, giochiamo al ribasso e ci accontentiamo di seguire la massa. Ma questo non ci rende sicuramente felici.




  La fede è credere in Dio, prima che in noi stessi
“In quei giorni Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abramo, perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò”. Abram crede senza avere alcun fondamento umano su cui appoggiarsi, anzi, quanto Dio gli aveva promesso contraddiceva tutto quello che umanamente poteva essere verificato. Eppure ha fede e, senza che trascorra molto tempo, fiorisce l’inaspettato, l’inimmaginabile.




  Senso di leggerezza
“Gesù disse… La verità vi farà liberi…In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero”. Tanti sono gli aspetti dentro i quali si può gustare la gioia di essere liberi, tra questi sicuramente c’è quello di vivere un vero senso di leggerezza perché si è cercato si dire e testimoniare la verità. Contrariamente, dire falsità o menzogne, rende pesanti e schiavi.




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