Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  Ponti o Muri?
“In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quante volte invochiamo il Signore e la nostra supplica non arriva a Lui perché altri, proprio chi ci sta più vicino, soffoca il nostro grido e, addirittura, ci rimprovera perché sostiene che non dobbiamo disturbare Dio per certe stupidate. Non scoraggiamoci, ma come il cieco Bartimèo continuiamo a pregare e Lui ci esaudirà di sicuro, a dispetto di tutti.




  Mettersi nei panni degli altri
“Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Gesù, sarebbe stato più logico, per aiutare (salvare) l’umanità avrebbe potuto dall’Alto compiere un atto di liberazione, di salvataggio. Eppure ha scelto un’altra via: Lui si è abbassato facendosi servo e schiavo di ogni uomo e donna così, dal basso, ha offerto a ciascuno il dono della vita. Anche noi, se veramente vogliamo bene a qualcuno, se desideriamo aiutarlo e dargli un sollievo, bisogna che ci mettiamo al loro servizio, cioè abbassarsi alla situazione che l’altro sta vivendo in modo da capirlo fino infondo ed aiutarlo realmente. Diversamente, rimangono solo vuote parole.




  Già adesso cento volte tanto
“In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà”. Troppe volte si presenta il messaggio del Vangelo come qualcosa da seguire e fare adesso per ricevere poi, un domani, la ricompensa. Non è proprio così! Il Signore ha promesso che se si rinuncia a qualcosa o a qualcuno per seguire il Vangelo si riceve “già ora cento volte tanto” e poi in futuro “la vita eterna”. Non dimentichiamolo.




  Testa e cuore da riempire
“Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio»” A bottiglia della capacità di un litro, qualsiasi sia il liquido contenuto, una volta piena non si può aggiungere neppure una goccia. Così è per il nostro cuore e la nostra mente: se sono ricolmi di sentimenti e pensieri per realtà e cose passeggere che non danno la vera felicità, non può esserci spazio per quei valori e quei fini alti che donano veramente la vera e duratura gioia. A noi la scelta, libera e consapevole, di decidere con cosa riempire il nostro cuore e la nostra testa.




  Non fermarti a quello che dicono di te
“Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”. È l’ultima frase di tutto il Vangelo, e l’evangelista si rende conto di avere raccontato solamente una piccolissima parte di chi è, e di cosa ha compiuto Gesù. Ma questo non è un difetto, una lacuna, bensì una consapevolezza. Come Dio non si può racchiudere in un libro, così come la vita di ciascuno di noi non si può descrivere o raccontare in un libro, in un film…sarebbe troppo riduttivo. Quando ci vogliono racchiudere in definizioni, in stereotipi, o se ci identificano unicamente per la professione che svolgiamo, non prendiamocela, noi sappiamo di valere molto, molto di più.




  Esternare il nostro amore
“Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene»”. Dio conosce tutto di noi, sa se siamo sinceri e, ancora meglio di noi stessi, percepisce quanto ben gli vogliano. Eppure, vuole sentirselo dire e ripetere più volte. Il Signore desidera che esplicitiamo quello che sentiamo interiormente perché esternare un sentimento così grande fa bene anzitutto a noi. Non abbiamo timori o remore a manifestare il bene che vogliamo a Gesù e a tutte le persone che amiamo. Certe cose non si possono dare per scontato.




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