Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  La riservatezza non è mai troppa
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo”. Quante volte, nel nostro percorso quotidiano, abbiamo sperimentato come gli insegnamenti che ci offre il Vangelo son proprio per le la vita concreta. Così anche oggi. Capita di discutere, di avere a che dire, di stare su posizioni divergenti in famiglia, sul lavoro, nelle amicizie, anche adeso in vacanza, guai se non fosse così perché significherebbe che uno rimane passivo. Può anche darsi che questo si tramuta anche in una colpa ricevuta. Chiariamoci sempre, come ripete in continuazione papa Francesco, ma facciamolo non davanti ad altri, a dei terzi, loro non sanno e potrebbero farsi un’opinione errata.




  Rigustare la spontaneità, non ha veramente prezzo
“«In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli”. Chi non si intenerisce davanti a un bambino/a, chi non ritorna con la mente quei ricordi di quando lo era lui e di ciò che ha fatto, chi non si stupisce difronte alla spontaneità e naturalezza di come si comportano e come rispondono i bimbi. Eppure, il più delle volte ci formiano a questi sentimenti che non ci cambiano, ritornando adulti, perdendo la genuinità del bambino. A costo di farci deridere, recuperiamo almeno la spontaneità dei bambini, già questo ci farà stare meglio e il Signore sicuramente ci accoglierà.




  Morire per vivere
“«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. In teoria, siamo sempre pronti a credere che rinunciare a qualcosa di immediato e di piccolo per raggiungere qualcosa di duraturo e più grande, valga sempre la pena. Il problema e le difficoltà emergono quando si passa al lato pratico, quando ci si trova davanti alla situazione concreta di lasciar morire, cioè perdere, una soddisfazione immediata e caduca per una realmente durevole. Guardiamo alla natura, ci può aiutare tanto.




  L’impossibile, a volte, diviene possibile
“In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile»”. È vero, affermare di avere un briciolo di fede è molto rischioso, in quanto si potrebbe cadere una deleteria presunzione, inoltre la fede è sempre un dono che va continuamente chiesto ed alimentato. Eppure, sarà anche complice l’aspetto psicologico, come va di moda dire oggi, personalmente nell’arco della mia vita e quella di tanti altri qualcosa di impossibile, è divenuto possibile. Non so a voi? Già il fatto di non fermarsi davanti all’impossibile, ma perlomeno affrontarlo con tutte le proprie capacità e l’aiuto dall’alto, porta risultati.




  Ri-negare
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Solitamente ci si sofferma sul prendere la croce, lamentandosi e, ovviamente, cercando di evitare di prenderla. Proviamo invece a pensiamo al nesso rinnegare se stesso e prendere la croce, come in effetti viene detto da Gesù. Perché questo collegamento? Perché il rinnegare se stesso viene prima di prendere la croce? Perché è la condizione necessario per riuscire a prendere la croce? Non so, ma cominciare a “negare”, soprattutto a stessi, di essere il e al centro del mondo, di non essere l’unico che ha quei dolori, quelle problematiche, quelle difficolta…potrebbe essere una strada.




  Mettersi in ascolto
“Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!»”. Durante l’episodio della Trasfigurazione, festa di oggi, i tre discepoli che sono sul monte con Gesù sono coperti da una nube e sentono una voce che gli dice, in modo imperativo, di Ascoltare. È strano, in quanto i tre seguivano già da tempo il Maestro e non si poteva affermare che non lo ascoltassero. O forse, erano convinti di ascoltarlo, ma in realtà non lo facevano totalmente. Verifichiamo quanto ascoltiamo quelli che con i quali viviamo da tempo, tutti, compreso il Signore.




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