Assaggi di Vangelo
I miei articoli



  Come Ama Dio ?
“E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”. L’Amore che Dio ha per ciascuno di noi non è “diluito”, cioè non è minore rispetto a un parametro che potremmo noi avere in mente. Dio, che è Amore per definizione, ama i suoi figli/e alla stessa intensità che ama il Suo Figlio Gesù. Per capire: L’amore che una mamma ha verso il proprio figlio è grande, ma rimane sempre un amore umano, perciò è sempre diviso tra quello del marito, dell’altro figlio, etc. L’Amore che Dio elargisce è dato tutto per me singolo e, contemporaneamente, è dato a te in ugual misura e così via via a tutti. Il compito di oggi: Scoprire l’Amore che Dio ci dona tramite Suo Figlio, senza troppo paragonarlo agli amori umani.




  Le verità e la Verità
“Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”. In questo stesso Vangelo Gesù dice che Lui è la Verità (14,6), perciò questo termine è da intendere come la rivelazione, la manifestazione di Dio. Oggi tutto è relativo, ognuno ha la sua verità e pensa che sia quella giusta, vuole poi imporla agli atri a tutti i costi, fino ad arrivare a uccidere per questo. Per i credenti il riferimento per stabilire autenticamente la verità è e rimane sempre Gesù ed il Suo insegnamento. Proviamo a verificare seriamente quale è la nostra bussola per stabilire il riferimento della verità nella vita: potremmo scoprire che sia l’opinione comune o il nostro specchio.




  Il prezzo del Dono
“In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato”. Questi versetti sono l’inizio della cosiddetta “preghiera sacerdotale”, le ultime parole di Gesù rivolte ai discepoli prima che venga arrestato. Gli dice che è giunta l’Ora, il momento cruciale e definitivo per cui è venuto nel mondo: consegnarsi volontariamente alla morte per essere glorificato dal Padre e così, a sua volta, glorificare il Padre e poi donare la vita eterna. Inutile illudersi, neppure Gesù ha scelto la vita breve non sarebbe servito a nulla. Se vuoi donare e donarti a Qualcuno, devi passare tramite la via della croce.




  Non si è mai soli
“Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me”. E chi non l’ha sperimentata la solitudine! Quella di cui parla Gesù è quella più tosta, quella che lascia profonde e a volte indelebili cicatrici: essere lasciati soli proprio nel momento del bisogno e da coloro che ritenevi più vicini, qui pochi che pensavi mai ti lasciassero a piedi, anzi, che ritenevi gli unici che in qualsiasi momento della vita ti avrebbero teso la mano. L’unica via che resta, che non dev’essere una magra consolazione, bensì un certezza, è quella che dice Gesù: “Io non sono solo, perché il Padre è con me”. Che certe defezioni succedano proprio per unirci di più a Lui?




  Mai confondere il fine con i mezzi
“In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena”. È un chiaro, e forse anche offensivo, rimprovero che Gesù ci dice. Non prendiamocela, bensì, verifichiamo seriamente come noi ci rivolgiamo a Dio, come formuliamo le nostre richieste di preghiera. Operazione non facile. Un aiuto potrebbe essere utile (sperando di non ferire nessuno): quando mi rivolgo a Dio tramite l’intercessione di Maria o di qualche altro Santo al quale sono devoto, sono convinto che sia unicamente Gesù Cristo il Salvatore e loro siano semplicemente degli umili intercessori?




  La gioia sorpassa sempre il dolore
“La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia”. Immagine talmente plastica e reale che dovrebbe facilitarne il frequente ricordo, così da applicarla in tante situazioni quotidiane. Mai fermarsi alla sofferenza e al dolore, fisico ma soprattutto morale, che si sta vivendo, altrimenti non si riesce a uscirne. Come la partoriente, se non guardasse oltre non riuscirebbe a partorire il nascituro. Oltre, sempre oltre: intravvedere sempre il sole e il sereno al di là delle nuvole.




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